Il ghetto interiore

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Description

Vicente Rosenberg arriva in Argentina nel mese di aprile del 1928 con pochissimi soldi in tasca e una lettera di raccomandazione di suo zio per la Banca di Polonia a Buenos Aires. Ma ben presto, anziché diventare impiegato di banca, diventa un giovanotto argentino non ricco ma fascinoso, capace di arrangiarsi con affarucci più o meno equivoci. Impara a ballare il tango, comincia a frequentare le milonga, conosce Rosita, la sua futura moglie.
La Polonia è lontana, cosí come lontano è il quartiere della sua infanzia, Chelm, dove tutti parlavano yiddish. Remoti anche i giorni trascorsi nell’esercito polacco come giovanissimo ufficiale, un’esperienza utile soltanto ad armarsi di quel senso di superiorità che gli permette di atteggiarsi a dandy con la massima disinvoltura.
Del resto, che cosa conta essere ebrei, polacchi o persino argentini dinanzi all’assoluta libertà di vivere senza essere definiti in base a un’identità, un’etnia, una religione?
Agli inizi del 1940 Vicente è ancora giovane e bello, ama ancora Rosita, è diventato padre di famiglia, ha aperto un negozio dove vendere i mobili del suocero, e nessuno più lo chiama Wincenty, tutti lo chiamano Vicente.
Un giorno, però, riceve da Varsavia una lettera della madre che comincia con “Caro Wincenty”. Racconta che gli occupanti tedeschi hanno appena costruito un muro per segregare tutti gli ebrei che abitano nei vari quartieri della città. La loro casa è compresa ormai in un ghetto di tre chilometri quadrati nel quale vivono, accatastati gli uni sopra gli altri, quattrocentomila persone in pochi isolati. Alla lettera seguono altre lettere, sempre più drammatiche. Dicono dell’impossibilità di sopravvivere in quelle condizioni e si concludono sempre con una struggente richiesta di aiuto.
Da quel momento l’esistenza di Vincente muta radicalmente. Diventa quella che non è mai stata, la nuda vita di Wincenty, non più il bambino, adulto, polacco, soldato, ufficiale, studente, marito, padre, argentino, venditore di mobili, ma l’ebreo, soltanto l’ebreo Wincenty che assiste impotente al dolore delle persone che ama nel silenzio, nel ghetto interiore dei suoi pensieri assediati dall’inesprimibile.
Accolto al suo apparire in Francia da un entusiastico e unanime favore della critica, Il ghetto interiore illumina uno dei più terribili crimini dell’antisemitismo e di ogni tirannia: confinare gli esseri umani in un’identità tale da privarli della possibilità di poter essere altro, in cui consiste propriamente la libertà.

Dettagli

Anno

Pagine

144

Rilegatura

brossura con copertina rigida

Lingua

italiano

Author

AMIGORENA SANTIAGO H.

Editore

NERI POZZA